Laboratorio della Voce

Per chi vuole liberare la propria voce e usarla in modo creativo e libero.
Per chi vuole ampliare la propria estensione vocale e trovare la libertà nel canto.
Per chi sente la necessità di una maggiore connessione con il proprio corpo e i suoi processi.
Per chi ha già una pratica vocale e vuole approfondire l’uso artistico della propria voce.
Per tutte le persone che facciano un uso professionale della voce (attori/attrici, danzatori/danzatrici, cantanti e performers).

E’ un laboratorio che esplora la Voce in maniera integrata al corpo, all’ascolto e allo spazio. Una proposta che permette la liberazione e una maggiore autenticità e espressività della voce attraverso l’esplorazione della tecnica vocale e del canto.

Programma

Il principio del lavoro è sciogliere i blocchi che ci impediscono di connetterci con una vocalità più piena e offrire strumenti che rafforzino l’ascolto e la libertà nell’uso della propria voce.
Attraverso la pratica andremo ad esplorare il meccanismo della Respirazione, e del Flusso d’aria, Il Filtro e la Risonanza Vocale, l’Articolazione del suono e la Presenza e l’Espressività nel canto e nella musicalità individuale e collettiva.
Questi elementi saranno messi in gioco durante l’esplorazione di diverse sfere di relazione e occupazione dello spazio, come:

dialogo con sé, che comprende il contatto con la propria anatomia e fisiologia della voce, l’avvicinamento alla meccanica della respirazione, funzionamento della fonte sonora (corde vocali) e della risonanza (filtro), l’ascolto di sé, riconoscimento delle proprie possibilità espressive di corpo e voce;

dialogo con lo spazio, orientato a riconoscere e potenzializzare l’impulso di occupazione dello spazio fisico e sonoro, l’ascolto degli stimoli creativi esterni, l’esplorazione dell’intensità del suono;

dialogo con il gruppo, basato sull’ascolto del gruppo, lo sviluppo di un senso de appoggio e sostegno del collettivo, realizzazione di esercizi in coppia e in gruppo, l’esplorazione del ritmo comune, improvvisazione sonore collettive;

dialogo con la canzone, momento in cui ogni partecipante ha l’opportunità di dedicarsi ad una canzone individuale scelta per esplorare lungo gli incontri;

dialogo con il pubblico, momento di condivisione nel formato lezione aperta, dove i partecipanti avranno la possibilità di condividere momenti di pratica e esperimento con un un pubblico esterno; non un saggio, ma l’amplificazione del collettivo che si mette in gioco insieme. L’incontro con il pubblico sarà realizzato prima della fine del percorso, in modo da poter raccogliere e condividere le riflessioni e conquiste acquisite durante l’attività.

“La voce, ogni voce, racconta una storia. É il risultato diretto e mai finito di quello che siamo, che abbiamo visto e vissuto, di quello che abbiamo ascoltato, sentito provato. La voce è corpo allo stesso tempo che nasce da un [Corpo]. Tutto quello che viviamo ci affetta e produce impulsi che affettano gli altri e modificano il mondo intorno. Tutto ciò che incontro mi modifica, e più sono legato al momento presente, più sono cosciente di questa potenza di trasformazione, nata dalla disponibilità di raccogliere l’istante. E quanto più riesco a viverla questa disponibilità, più avverto la sensazione di ‘essere di modo integrale’, [Corpo] e [Voce], anche creatività, pensiero e emozioni. Da questo punto di vista, il lavoro sulla voce ha a che vedere con l’organismo – le pratiche sul respiro, la investigazione sulle risonanze, ecc. – e anche con la qualità della presenza.
Il lavoro si sviluppa attraverso giochi e esercizi che invitano i partecipanti a mettersi in moto attraverso lo sviluppo dell’ [Ascolto]. La natura del lavoro sarebbe quella di investigare i modi di connettersi pienamente alla propria voce, riconoscendo gli impedimenti a una percezione di connessione [Corpo Voce Ascolto], invece di riprodurre una idea o dei modelli vocali pre-pensati o cercare delle abilità ‘vuote’, meccanizzate, senza il coinvolgimento dell’essere. Invece di coltivare l’idea di controllo, far crescere la consapevolezza sugli impulsi e gli spazi della voce, in modo che si possa ampliare la libertà della voce e aprire la possibilità ad essa di rivelarsi in sua singolarità”.

Paula Carrara